Trasformare l'ipersensibilità da svantaggio a vantaggio, di Rolf Sellin
Questo
libro mi è stato molto utile per aiutare persone che manifestano
caratteristiche di ipersensibilità. Nel leggerlo si sono riconosciute nelle
descrizioni dell'autore, e hanno trovato finalmente una chiave di lettura per
comprendere se stesse e le proprie caratteristiche in modo non colpevolizzante.
E' significativo e incoraggiante che l'autore stesso, Rolf Sellin,
psicoterapeuta, si riconosca nella categoria di quel 20 per cento
dell'umanità, secondo alcuni studi, che è dotato di caratteristiche di
ipersensibilità. E scoprire che il primo studio scientifico su questa
dimensione del modo di essere sia solo del 1996, fa comprendere a chi sa di
essere ipersensibile (nelle prime pagine ci sono semplici schemi di domande per
capire se si fa parte della categoria), il perché del proprio non comprendessi
a volte, o del sentirsi così diversi dagli altri, e sopratutto del non sentirsi
compresi in molte circostanze, e quindi non aiutati in modo adeguato a
crescere, dall'altro 80 % degli esseri umani. Uno dei lettori di questo libro
mi invia questa recensione che pubblico volentieri.
Ipersensibili ma felici
Si nasconde bene tra la folla, non ama particolarmente le grandi radunate, non vuole emergere e farsi stimare da tanti, cerca di evitare i conflitti, ha poche relazioni ma intense, si distingue positivamente nel suo ambiente di lavoro, riesce a entrare in profonda empatia con le persone che gli stanno vicino. Sì, l’uomo che ci troviamo davanti risponde proprio alle caratteristiche dell’ipersensibile.
In Le persone sensibili hanno una marcia in più, Rolf Selling,
(ed. Urra, 2012, pag.176, Euro 13.00) consulente psicoterapeuta, dedica una
intera trattazione alla figura dell’ipersensibile, con l’intento di mostrare,
per la prima volta in modo così sistematico,
le caratteristiche di questo modo di essere e di trasformarlo da svantaggio a vantaggio.
le caratteristiche di questo modo di essere e di trasformarlo da svantaggio a vantaggio.
Nel mondo attuale, il 15-20% della popolazione è interessato dalla
ipersensibilità. Ma la maggior parte, forse, non sa di esserlo, oppure ha
deciso di rifiutare questa caratteristica di sé, andando incontro ad una sorte
ben peggiore.
É necessario, quindi, chiedersi che cosa sia realmente
l’ipersensibilità. Secondo Rolf Selling, la caratteristica principale
dell’ipersensibile è una maggiore percezione degli stimoli dal mondo esterno.
L’ipersensibile, quindi, vive ogni cosa in modo più intenso rispetto ad un
altro individuo. Nelle relazioni personali, hanno la capacità di immedesimarsi
totalmente negli altri, di percepire i loro pensieri, i loro bisogni, le loro
mancanze. Nelle situazioni lavorative, contribuiscono a creare un buon
ambiente, cercano di appianare gli squilibri ed essere un sostegno per gli
altri.
Da queste prime caratteristiche, possiamo capire quindi come
l’ipersensibile abbia una enorme ricchezza interiore e anche una più vasta
visione del mondo.
Questa capacità di percepire il non detto e il non visto ha però come
conseguenza un forte dispiegamento di energie. L’ipersensibile, infatti,
sperimenta una forte stanchezza in tutte quelle occasioni in sé buone e
costruttive: un incontro con un amico, una passeggiata per i negozi, una
giornata lavorativa. Tutto questo, con il passare del tempo, può così portare
ad alcuni effetti opposti: irritabilità, suscettibilità, malattie e sbalzi
d’umore.
Qual è, quindi, la strada da
seguire perché l’ipersensibile valuti le sua caratteristiche come una dote e
non come un ostacolo contro cui combattere costantemente? Il suggerimento che
ci offre Selling è quello della riappropriazione del proprio corpo, delle
proprie sensazioni. Quello che accade molte volte
agli ipersensibili è una immedesimazione totale nelle situazioni esterne, fino
a perdere coscienza di se stessi e del proprio corpo. In alcuni casi, inoltre,
tende a rinunciare anche alle proprie deduzioni, pensieri, modi di vedere,
guardando la realtà attraverso gli occhi degli altri.
Proprio allora, è necessario
ristabilire il contatto con il proprio corpo e con il proprio pensiero. Davanti alla realtà di tutti i giorni, l’ipersensibile deve procedere
ad una rielaborazione e chiarificazione di tutti gli stimoli che percepisce.
Solo così, si potranno scoprire i limiti di ognuno: il punto entro il quale ci
si sente a proprio agio e in cui la percezione fisica è gradevole.
Rispettando i limiti del corpo,
lavorando sulle percezioni che giungono ogni istante dal mondo esterno, sarà
possibile vivere meglio la quotidianità e trasformare l’ostacolo della
ipersensibilità in una ricchezza per il singolo e per il mondo intero.
(E.C.)
Questo mi spinge a sottolineare l'importanza di un
lavoro di ascolto e di percezione del proprio corpo, come quello che io insegno
col Metodo Feldenkrais.
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