Non può vivere bene chi non è in pace con il suo corpo.

Maria Raffaella Dalla Valle
IL DIARIO

domenica 10 gennaio 2016

Il corpo e la misericordia corporale...


Per amare Cristo bisogna toccare il corpo dei poveri, del mio fratello piagato; perchè ha fame sete, è nudo, umiliato, schiavo... Queste sono le piaghe di Gesù oggi. Incontrarsi col corpo, fa uscire dalle teorie. Lo spirito si organizza come voglio io.  Il corpo, invece, ha uno spazio definito, ha un tempo definito, ti definisce tutta la giornata. Il corpo ti fa toccare con mano che tu ed io siamo povere creature e non il Creatore. Se invece ci "trastulliamo" con idee, con pensieri, parole e discorsi, possiamo anche dire che non siamo il Creatore, ma di fatto un
pochino ci sentiamo come se lo fossimo.

Mauro Leonardi


Gesù, dopo la Resurrezione, appare agli apostoli, ma Tommaso non c’è: “Ha voluto che  aspettasse una settimana – ha spiegato Papa Francesco - Il Signore sa perché fa le cose.  E a ciascuno di noi dà il tempo che lui crede che sia meglio per noi. A Tommaso ha  concesso una settimana”. Gesù si rivela con le sue piaghe: “Tutto il suo corpo era pulito,  bellissimo, pieno di luce – sottolinea il Pontefice
- ma le piaghe c’erano e ci sono ancora”  e quando il Signore verrà, alla fine del mondo, “ci farà vedere le sue piaghe”. 
Tommaso per credere voleva mettere le sue dita in quelle piaghe: “Era un testardo. Ma, il Signore  ha voluto proprio un testardo per farci capire una cosa più grande. Tommaso ha visto il  Signore, è stato invitato a mettere il suo dito nell a piaga dei chiodi; mettere la mano sul  fianco e non ha detto: ‘E’ vero: il Signore è risorto!'. No! E’ andato più oltre. Ha detto: ‘Dio!’. Il primo dei discepoli che fa la confessione della divinità di Cristo, dopo la Resurrezione. E ha adorato”.  “E così – prosegue il Papa - si capisce qual era l’in tenzione del Signore nel farlo aspettare: prendere anche la sua incredulità per portarla non all’affermazione della  Resurrezione, ma all’affermazione della sua divinità”.
Il “cammino per l’incontro con  Gesù-Dio – ha sottolineato - sono le sue piaghe. Non ce n’è un altro”:
“Nella storia della Chiesa ci sono stati alcuni sbagli nel cammino verso Dio:

*Alcuni hanno creduto che il Dio vivente, il Dio dei cristian i noi possiamo trovarlo per il  cammino della meditazione, e andare più alto nella meditazione. Quello è pericoloso, eh?  Quanti si perdono in quel cammino e non arrivano. Arrivano sì, forse, alla conoscenza di  Dio, ma non di Gesù Cristo, Figlio di Dio, seconda Persona della Trinità. A quello non  ci arrivano. E’ il cammino degli gnostici, no? Sono buoni, lavorano, quello, ma non è il  cammino giusto. E’ molto complicato e non ti porta a buon porto”.
* “Altri – ha spiegato il Papa - hanno pensato che per arrivare a Dio dobbiamo essere noi mortificati, austeri, e hanno scelto la strada della penitenza: soltanto la penitenza, il  digiuno. E neppure questi sono arrivati al Dio vivo, a Gesù Cristo Dio vivo. Sono i  pelagiani, che credono che con il loro sforzo possono arrivare”. 

* Ma Gesù ci dice che il  cammino per incontrarlo è quello di trovare le sue piaghe: “E le piaghe di Gesù tu le  trovi facendo le opere di misericordia, dando al corpo - al corpo - e anche all’anima, ma al corpo – sottolineo – del tuo fratello piagato, perché ha fame, perché ha sete, perché è nudo, perché è umiliato, perché è schiavo, perché è i n carcere, perché è in ospedale.  Quelle sono le piaghe di Gesù oggi. E Gesù ci chied e di fare un atto di fede, a Lui, ma tramite queste piaghe. ‘Ah, benissimo! Facciamo una fondazione per aiutare tutti quelli e  facciamo tante cose buone per aiutarli’. Quello è importante, ma se noi rimaniamo su  questo piano, saremo soltanto filantropici.

P. Francesco: omelia 3 luglio 2013
video omelia 3 luglio 2013
meditazione di Mauro Leonardi: corporeità e amore corporale

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