Non può vivere bene chi non è in pace con il suo corpo.
Maria Raffaella Dalla Valle
IL DIARIO
domenica 28 febbraio 2016
Teatro & Teologia
Paternità divina e paternità letteraria. Una prospettiva teologico-teatrale
Giulio Maspero*
Nella storia del dogma il rapporto con il teatro ha giocato un ruolo importante, non solo perché quest'ultimo costituisce una delle manifestazioni più elevate dell'animo umano, ma anche a livello più fondamentale per quanto riguarda l'elaborazione della categoria di persona. Infatti, il quadro concettuale di riferimento per i primi tentativi teologici era il prosopon, cioè la maschera. Elementi legati alla tragedia e al teatro si trovano negli scritti dei Padri della Chiesa. La rivelazione trinitaria ha permesso di rileggere la paternità umana alla luce di quella divina. E ciò vale anche per la paternità letteraria. La Scrittura, infatti, offre uno sguardo sull'uomo da dentro, dalle sue emozioni e dalla sue relazioni fondanti. Ciò ha spinto a ripensare il ruolo dello scrittore, mettendo in evidenza la dimensione metacognitiva del suo agire. Scopo del presente contributo è estendere la presentazione di una proposta di lettura teologica del metodo di recitazione sviluppato da Konstantin Stanislavski al soggetto dello scrivere letterario.
Parole chiave: emozioni, relazioni, teatro, metacognizione, paternità.
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