Non può vivere bene chi non è in pace con il suo corpo.

Maria Raffaella Dalla Valle
IL DIARIO

martedì 8 novembre 2016

Hugo de Azevedo, Teologia del buon umore





Molti studi odierni sottolineano l'importanza del buon umore, dell'ottimismo del sorridere.



Eccone uno di molti anni fa che mi ha sempre accompagnata...


Alcune frasi:

  • Saper ridere di se stessi: L'uomo troppo "serio" tende a ridurre la vita a una drammatica scelta tra "il" male e "il" bene, come se non ci fosse un'infinita gradazione di valori morali (positivi e negativi) e come se in ogni circostanza egli si trovasse obbligato a scegliere "il bene" proprio ed esclusivo di quella situazione... In realtà, quasi sempre, le possibili soluzioni morali positive per ciascun problema sono molte, non una sola.
  • Bisogna notare inoltre che non esistono virtù "assolute", vale a dire statiche; sono tutte dinamiche, relative, nel senso che tutte le disposizioni virtuose possono essere considerate difettose rispetto a un grado superiore o a un modo diverso di esercitarle, senza che cessino per questo di essere virtù, anzi ammirevoli virtù.
  • Non si dica dunque che il meglio sarà indicato dalle circostanze, dal momento che non è assolutamente un obbligo seguire "il meglio", e nessun moralista saprà dimostrare, molte volte, ciò che sia effettivamente la cosa migliore in ogni caso. In quelle che chiamiamo circostanze sono comprese sempre la personalità di ciascuno, il suo temperamento, l'educazione che ha ricevuto, il suo stato d'animo e, inoltre, un reale e ampia libertà di reagire come preferisce, sempre che si rispettino i comandamenti divini. Altrimenti come si potrebbe giustificare l'enorme diversità di comportamento, in circostanze simili, da parte della svariatissima moltitudine dei santi che la Chiesa ha canonizzato? Con le distinte ispirazioni della Spirito Santo? Certamente, però è importante chiarire che le mozioni dello Spirito non hanno alcuna ragione di essere uniformi, e neppure sensibili, concrete, determinate; esse agiscono quasi sempre ab intra, dal profondo della libertà umana e, abitualmente, rispettando il processo proprio del nostro arbitrio.
  • Dimenticare questa realtà dà origine allo scrupolo, la tortura intima dell'uomo che vede difetti in tutto ciò che fa, forse perché le sue disposizioni non sono state le migliori (cosa che per lui significa le uniche buone), perché non ha saputo raggiungere quel bene esclusivo che secondo il suo modo di vedere era l'unica soluzione permessa da Dio.


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