Non può vivere bene chi non è in pace con il suo corpo.

Maria Raffaella Dalla Valle
IL DIARIO

domenica 22 maggio 2016

Le Relazioni fondanti ... ita/esp

Ontologia trinitaria e sociologia relazionale: due mondi a confronto 

Maspero Giulio, Uno perché Trino


INTRODUZIONE


Un giorno stavo raccontando ad un amico filosofo dei miei ultimi studi sulla Trinità, quando mi disse:
"certo, è che Dio è uno nonostante sia trino". Questa frase mi colpì, perché era vera: sembra semplicemente contraddittorio che Dio sia davvero uno e trino.
Dentro di me nacque, però, anche un'altra riflessione: in verità Dio è uno proprio perche è trino. Il passaggio dal nonostante al perche'non è banale: è il risultato di una storia appassionante e meravigliosa che ha visto la nascita e lo sviluppo di un pensiero autenticamente cristiano a partire dall'evento della Rivelazione trinitaria in Gesù Cristo.
Il contenuto di questo piccolo libro aspira ad essere uno schizzo veloce di questa storia. Essa mostra come dal concetto di unità, che caratterizzava la filosofia classica ed era tratto dall'osservazione della natura, si è a poco a poco passati ad una concezione più ricca, quale mai l'uomo avrebbe potuto cogliere da solo. Concezione che fu possibile realizzare esclusivamente grazie al dischiudersi dell'intimità stessa di Dio. La Rivelazione del Suo essere eternamente e totalmente Padre e Figlio ed il loro Amore ha fatto conoscere all'uomo un'unità più vera e totale, l'unità perfetta della comunione. Il fondo dell'essere, la realtà assoluta e che è alla base di ogni altra realtà è infatti comunione d'amore, unità personale che si dà nella relazione e non nonostante la relazione. Si tratta di un vero e proprio nuovo pensiero, estensione del pensiero classico, che ha i suoi tratti distintivi proprio nella comunione e nella relazione. Ovviamente questo cambia il modo di approssimarsi al mistero di Dio perché esso non può più essere conosciuto solo con le categorie formulate a partire dalla osservazione della natura. La Rivelazione apre, infatti, ad una novità radicale che senza l'Incarnazione non sarebbe stato possibile conoscere.

L'uomo stesso, per il suo essere a immagine e somiglianza del suo Creatore, diventa cammino privilegiato nel rapporto con Lui fino al punto estremo che, nell'Incarnazione, Dio stesso si dà a noi come Uomo nel Cristo; come uomo con una madre, una famiglia, una storia, degli amici, un lavoro. E' esperienza comune che sia più facile conoscere un sasso o un albero piuttosto che una persona, perché ogni persona è irriducibile a ciò che si vede solo da fuori a causa della sua dimensione interiore e della sua libertà. Che esista lo si può capire da fuori ma per conoscerla veramente bisogna entrare in relazione, attraverso una condivisione dell'intimità. Si può dire che ogni persona è un mistero, dove mistero non è inteso qui come se ne parla nei libri gialli o nella cronaca nera, né come si intende in ambito scientifico.
In questi casi, infatti, mistero equivale ad una domanda con una riposta ben precisa (chi è l'assassino? il risultato di una certa equazione?), e la difficoltà a raggiungerla è dovuta solo al limite delle nostre possibilità conoscitive. In questi casi il mistero è come un velo che copre l'oggetto da conoscere, troppo pesante per essere sollevato. Invece, il mistero che è una persona, cioè il mistero autentico, non consiste in una soluzione o una risposta. Si può dire che il mistero in senso proprio non si s-vela, come si farebbe per le soluzioni di un cruciverba, ma si ri-vela, nel senso che ad ogni progresso nella conoscenza, cioè ad ogni velo che viene tolto, si scopre un'ulteriore profondità, a sua volta protetta da un velo. Il gioco dei prefissi è quello tra spirare, che evidente si fa una volta sola, e respirare, che implica ripetizione. Analogamente si intende la rivelazione, perché il mistero della persona ha una profondità infinita e non può essere mai esaurito.
Tutte le realtà più preziose, tutte quelle che veramente valgono la pena, appartengono a questo secondo tipo di mistero. Quindi, a maggior ragione, Dio deve collocarsi in questo ambito. Anzi, come ha scritto J. Ratzinger, Lui è la ragione ultima dell'esistenza di questo mistero: «Ci troviamo dinnanzi ad un campo, in cui ogni falso conato diretto a volerne saper troppo finisce necessariamente per diventare una minacciosa follia; a un campo, in cui solo l'umile ammissione della propria ignoranza può essere vera sapienza e solo l'attonito arresto di fronte all'ineffabile mistero può costituire la giusta modalità di credere in Dio. L'amore è sempre un mysterium: è un mistero più profondo di quanto si riesca a scandagliare e a comprendere quando se ne discute in teoria.
Di conseguenza, l'Amore per antonomasia — vale a dire l'eterno ed increato Iddio — deve per forza essere mistero in supremo grado: deve essere il Mistero per eccellenza» (J. Ratzinger, Introduzione al cristianesimo», Brescia 2005, 121).
In termini tecnici, si chiama apofatismo questa impossibilità di parlare di Dio se non nella resa di fronte alla sua infinita grandezza. La ragione può giungere a provare la Sua esistenza, ma il mistero dell'intimità di questo Dio, che è in sé tre Persone e che è un unico Dio proprio nell'eterno e perfetto essere l'una nell'altra e l'una attraverso l'altra, è al di là di ogni capacità espressiva dell'uomo. Una leggenda medioevale lo esemplifica narrando l'incontro di Agostino con un bimbo che sulla riva del mare attingeva l'acqua e la riversava in una buca nella sabbia. Di fronte alla perplessità del Santo, il bimbo rispose che era più facile svuotare il mare che comprendere con la ragione la Trinità. Per analogia vengono in mente dei bellissimi versi di Rabindranath Tagore:
L'acqua in un recipiente è scintillante,
l'acqua nel mare è scura.
La piccola verità ha parole che sono chiare,
la grande verità ha il grande silenzio.

Con l'Incarnazione Dio stesso si è rivelato: come Padre, Figlio e Spirito Santo, spingendo l'uomo ad un ripensamento radicale della sua concezione di Dio.
Le categorie naturali sono state riformulate alla luce del Vangelo. Parole antiche sono state rivestite di un senso nuovo. È così emerso il valore di un pensiero volto a favorire l'incontro con il Dio cristiano. Per la sua identificazione con Cristo e la Trinità, la Verità appartiene alla dimensione personale. Per questo la dottrina trinitaria non si sostituisce a Dio; ma, come nel caso di una cartina geografica o di una mappa, l'utilità di questo pensiero consiste nel fatto che impedisce di andare fuori strada, di ridurre la Trinità ad una semplificazione in linea con quanto noi sappiamo a livello creaturale. Il valore della cartina consiste proprio nel permettere la relazione con la realtà del territorio che schematicamente riproduce.
Così la teologia trinitaria serve ad entrare in relazione con la Trinità stessa, seguendo le orme di colei che per prima ha aperto se stessa a questo pensiero: Maria. Benedetto XVI, commentando il suo titolo di Madre di Dio (in greco Theotókos), ha mirabilmente riassunto la novità di questo percorso: «La filosofia aristotelica, lo sappiamo bene, ci dice che tra Dio e l'uomo esiste solo una relazione non reciproca. L'uomo si riferisce a Dio, ma Dio, l'Eterno, è in sé, non cambia: non può avere oggi questa e domani un'altra relazione. Sta in sé, non ha relazione ad extra. È una parola molto logica, ma è una parola che ci fa disperare: quindi Dio stesso non ha relazione con me. Con 'Incarnazione, con l'avvenimento della Theotókos, questo è cambiato radicalmente, perché Dio ci ha attirato in se stesso e Dio in se stesso è relazione e ci fa partecipare della sua relazione interiore. Così siamo nel suo essere Padre, Figlio e Spirito Santo, siamo nell'interno del suo essere in relazione, siamo in relazione con Lui e Lui realmente ha creato relazione con noi. In quel momento Dio voleva essere nato da una donna ed essere sempre se stesso: questo è il grande avvenimento» (Benedetto XVI, 11 ottobre 2010, al Sinodo per il Medio Oriente).

L'iconografia divina al femminile e la donna mistica

 
 
L’iconografia divina al femminile trova la sua ragione d’essere nel fatto che la rappresentazione della SS. Trinità con sembianze femminili rimanda al profondo significato di Dio inteso come madre, Dio legato alla creazione e, dunque, inscindibile dal ruolo della donna incarnato mirabilmente dalla Madonna, Madre di Cristo e fulcro dell’evento della salvezza dell’intera umanità.


  Cuando los cristianos llamamos Padre a Dios, expresamos el misterio más grande que existe, la Trinidad Santísima. Dios mismo ha abierto su "corazón", su "intimidad"; ha revelado que es Padre, Hijo y Espíritu Santo. Un sólo Dios y tres Personas que desde toda la eternidad viven en íntima comunidad, en amor recíproco y la entrega más completa. Dios Padre engendra eternamente al Hijo. Él, que no tiene principio, "sale de sí" y vive en otro, en el Hijo, y es lo que es por el otro, el Hijo. (Sin Hijo no hay "Padre"). Su "personalidad" consiste en ser Padre del Hijo, ser pura Paternidad. Está totalmente "ordenada" hacia el Hijo, relacionada con Él, para quien, con quien y en quien es. Al mismo tiempo, el Hijo es lo que es por el Padre. Vive del Padre, de quien recibe todo su ser. Él está, desde toda la eternidad, perfectamente "ordenado" hacia el Padre, relacionado con Él. (Sin Padre no hay "Hijo"). Su "personalidad" consiste en ser Hijo del Padre, ser pura Filiación, y devolver al Padre todo el Amor que de Él recibe continuamente. El Hijo es con el Padre, para Él y por Él. El Espíritu Santo es el Amor recíproco del Padre y del Hijo que, en Dios, sólo puede ser un Amor personal. Es llamado también "Regalo", "Don" y "expresión personal" de ese Amor. Su "personalidad" consiste en ser puro "Nexo", eterno "Vínculo", el "Beso de amor" entre Padre e Hijo. Procede de la relación entre ambas Personas y, al mismo tiempo, hace posible esa relación. Por Él, con Él y en Él ama el Padre al Hijo y el Hijo al Padre. En el amor del Espíritu Santo, ambos se entregan mutuamente a sí mismos y viven uno en el otro. Así, siendo al mismo tiempo Espíritu del Padre y del Hijo, la Tercera Persona completa la unidad y la diversidad de la Trinidad.

Mateo Seco- Giulio Maspero: Il mistero di Dio Uno e Trino:

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