Non può vivere bene chi non è in pace con il suo corpo.

Maria Raffaella Dalla Valle
IL DIARIO

giovedì 5 maggio 2016

Sorpresi dall'amore e la conferenza: Creatività della tenerezza ed Arte del perdono

Andrea Mardegan 

relatore della Conferenza:

Creatività della tenerezza ed Arte del perdono

dialoga con Emma Mignani Carraro 

6 maggio ore 20.45 -  Auditorium Bisoffi - Via Calatafimi, 10 Vr

Organizzato da:
Centro Feldenkrais Ricerca MenteCorpo e Corporeità e ... oltre

 Uno dei suoi ultimi libri: Sorpresi dall'Amore

Per una nuova spiritualità...: La spiritualità del quotidiano! 

Sto pensando di proporti diversi punti di vista, in modo da vedere in modo nuovo questo libro e per avere luci nuove. Molto spesso, infatti, nel Cristianesimo i libri di spiritualità sono stati di impronta troppo intellettuale, perdendo di vista l'integrazione e la partecipazione di tutta la persona - corpo e sentimenti inclusi - nella preghiera e nel vivere la propria fede.
Sono sicura che quanto scritto sarà di aiuto e stimolerà la curiosità anche di chi cristiano non è, ma ha desiderio di conoscere:


  • Comincio con l'antico Tommaso d'Aquino: "Il principio dell'amore è duplice, in quanto si può amare: per mezzo del sentimento, quando l'uomo non sa vivere senza l'oggetto che ama; per mezzo del dettame della ragione, quando ama ciò che che l'intelletto gli dice...  E noi dobbiamo amare Dio nei due modi, e quindi anche sentimentalmente, perché il cuore di carne si sente mosso da Dio, secondo ciò che esprime il salmo «il mio cuore e la mia carne gioiscono nel Dio vivo» (Ps 83, 3)". - Tommaso d'Aquino, Super Ev. Matth., lect. 22, 4 - n. 1814.  
  • Vorrei inoltre sottolineare l' importanza del meditare la storia della salvezza, del leggere e conoscere bene la vita di Gesù, “dell'averla ben presente nella mente e nel cuore, in modo che in ogni momento, senza più bisogno di libri, chiudendo gli occhi, possiamo contemplarla come in un film e quando dobbiamo decidere come comportarci, possiamo richiamare alla mente le parole ed i gesti del Signore ... Quando si ama una persona ... si desidera sapere anche i minimi particolari della sua esistenza, del suo carattere per avvicinarsi il più possibile a lei”.
  • “Allora ci sentiremo innestati nella sua vita. Non si tratta solo di pensare a Gesù, di rappresentarci quelle scene: dobbiamo prendervi parte, esserne attori, seguire Cristo standogli accanto come la Madonna, come i primi dodici, come le sante donne [...] se ci comportiamo così, se non frapponiamo ostacoli, le parole di Cristo penetreranno nel fondo della nostra anima e ci trasformeranno”. Da Josemaria escriva', E' Gesù che passa, nn. 106-107. 
  •  "La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti ed i pensieri del cuore" Ebr. 4,12 .

Incontri personali con Cristo


Il cristianesimo sostiene che ogni persona umana è creata da Dio come essere unico e irripetibile. E in modo unico viene anche educato e cresciuto, portato a pienezza dallo Spirito Santo che è l'artista divino.


Questa convinzione suscita nell'autore una domanda pregna di curiosità:
come sarà stato l'avvicinarsi del Cristo a ciascuna delle persone che ha incontrato? Con quale metodo noi oggi possiamo aprire il Vangelo per cercarlo e scoprirlo? In questo libro trovano spazio solo alcuni dei ritratti che sono scaturiti da questa ricerca sui personaggi del Vangelo e la loro storia interiore; persone che hanno avuto il privilegio, la fortuna non solo di un incontro personale con Gesù, ma anche di lasciarne traccia perenne nelle parole ispirate dei Vangeli. Sono: Simone, la Samaritana, Nicodemo, un sordomuto, due discepoli, una donna del popolo, un uomo malato da tempo, un uomo nato cieco, Zaccheo, una prostituta, una adultera, Lazzaro, un malfattore... I profili sono stati scelti per la diversità delle loro storie e delle condizioni dei protagonisti. Ciascuno di noi si può ritrovare in loro e pensare che anche per noi Gesù ha una parola altrettanto personale.

INTRODUZIONE

Nelle pieghe dei Vangeli si nascondono tesori. A volte più nascosti, altre volte più facilmente visibili. Ma è necessario comunque cercarli. Sollevare un lembo, aprire e distendere la tela perché quel gioiello che è nascosto risplenda alla vista. Gesù paragona il suo Regno a un tesoro nascosto in un campo o a una perla di grande valore abbandonata nei magazzini di qualche mercante inconsapevole. Bisogna cercare, trovare e far proprio quel tesoro. Che tesori cercavo questa volta? Nel cuore della fede cristiana batte la convinzione che ogni persona umana è creata da Dio come unica e irripetibile. E in modo unico viene anche educata e cresciuta, portata a pienezza dallo Spirito Santo che è l'artista divino.

Se ciò è vero, come sarà stato l'avvicinarsi del Cristo a ciascuna delle persone che ha incontrato? Come sarà stato da loro vissuto e come si saranno sentiti compresi e conosciuti? Sentivo il desiderio di trovare nel Vangelo, nei gesti e nelle parole di Gesù, nelle reazioni dei suoi interlocutori, traccia di questa unicità. Quelle persone sono come la luna piena che illumina la notte e inargenta i sentieri, e allo stesso tempo ci dice qualcosa del sole che riflette. Cercavo l'unicità degli interlocutori e lo sguardo e le parole di Gesù che la evidenziano. Pensavo che ciò che avrei trovato avrebbe potuto aiutare anche noi a sentirci così cercati e guardati da lui. E poi orientati a guar­dare gli altri nello stesso modo. In modo unico.

Come fare? Con che metodo aprire il Vangelo e cercare? Come spiegare ai lettori quello che potevo trovare? Mi sono detto: proviamo con il racconto, con la ricostruzione letteraria della personalità e del­la storia di ciascuno, dedotta dal testo, confrontato nell'originale greco per non perderne le sfumature. Ne sono scaturiti scenari possibili, che ci rendono più vicine quelle persone, conosciute nelle loro situazioni interiori, ritratti probabili, in alcuni aspetti non espli­citati dal Vangelo, ma che non lo contraddicono, anzi in qualche caso lo illuminano.

I profili qui raccolti sono stati scelti per la diversi­tà delle loro storie e condizioni. Gesù incontra nelle persone anche la loro vita, ad essa si riferisce in modo a volte implicito, che però è sempre esplicito per ogni protagonista. Le sue parole, che attraverso il Vangelo sono rivolte a tutti e per tutti i tempi, sono state, in al­cuni casi, pronunciate per una sola persona; orientate ad aiutare il suo modo di essere, a risolvere un suo pro­blema esistenziale, morale o interiore. A sciogliere un nodo. Ho pensato che in questo modo noi potremmo ritrovarci in loro ed essere aiutati a pensare che anche per noi Gesù ha una parola altrettanto personale.

La scelta degli episodi è nata da chi leggeva le mie riflessioni per la preghiera e a sua volta decideva di passarle agli amici. Le stesse persone che mi hanno spinto a pubblicare queste storie, amanti di arte e di bellezza, hanno avuto l'idea dei ritratti. Se indagare i Vangeli con l'arte della parola può aiutare a entrar­vi in profondità, perché non chiedere anche l'aiuto dell'arte figurativa? La pittrice Anna Maria Trevisan ha letto i miei racconti e ne ha tratto l'ispirazione per illustrarli con i suoi acquerelli. A volte i profili dipinti esprimono un aspetto della mia prosa e le danno una visibilità inaspettata, altre volte vanno più in là e donano un'interpretazione nuova, che arricchisce i racconti di un'altra dimensione, suggestiva e bella.
La prima idea di questo libro risale negli anni, forse quando leggevo nelle omelie di san Josemaría Escrivà: «Osservate come lungo il cammino di Cristo non vi sono due anime uguali», oppure: «Ogni anima è un capolavoro di Dio», e ancora: «Ogni situazione uma­na è irripetibile, è il risultato di una vocazione unica», e anche: «Ogni singola anima è un tesoro meraviglio­so; ogni uomo è unico, insostituibile. Ogni uomo vale tutto il sangue di Cristo». Si è consolidata con la conoscenza del Beato Giovanni Paolo II, che insegnava l'unicità di ogni persona e davvero si interessava di ciascuno. Lo diceva all'inizio del suo pontificato in San Giovanni in Laterano: «Saluto voi tutti, e questo "tutti" vuol dire "ciascuno in particolare", anche se non pronuncio i vostri nomi uno per uno, intendo ugualmente salutare ognuno di voi, chiamandolo per nome!» (12 novembre 1978) e lo viveva ogni giorno. È poi maturata quando Benedetto XVI incoraggiava a cercare la via della bellezza per giungere a Dio e farlo conoscere. Viene pubblicato nel tempo in cui Francesco ci spinge: «Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo» (Evangelii Gaudium 49) e ci dice di prestare «una speciale attenzione alla "via della bellezza (via pulchritudinis)"» ricordandoci che «tutte le espressioni di autentica bellezza possono essere riconosciute come un sentiero che aiuta a incontrarsi con il Signore Gesù » (Evangelii gaudium 167). Spero che possa portare i lettori a sperimentare "la forza, la luce, la consolazione e dell'amicizia con Gesù Cristo" (Evangelii Gaudium 10) e a vivere la proposta di Francesco di stare davanti a lui.

Appaiono, sorpresi dall'Amore, tutti personaggi scrutati e narrati, che hanno avvertito «la fragranza della presenza vicina di Gesù ed il suo sguardo per­sonale» (Evangelii Gaudium 1(09) dal quale si sono sentiti conosciuti, compresi e amati nella loro unicità, chiamati a una vita di unione con Cristo c di amore per gli altri.
La mia gratitudine nel vedere queste pagine stampate è difficilmente dettagliabile. Va comunque prima di tutto a Gesù e al suo Vangelo, e a sua Madre che ci accoglie sempre nella sua casa, come i primi discepoli di Gesti; agli evangelisti miei grandi amici, alla Chiesa che non smette di studiare e spiegare la Scrittura e i Vangeli e spingerci a viverli, e dalla quale ho imparato tutto. A innumerevoli persone, famigliari e amici, maestri e allievi, pastori, ledcli, sacerdoti, religiosi laici, e soprattutto a coloro che vanno dal sacerdote a chiedere la misericordia del Padre, e senza saperlo sono portatori di doni, che ringrazio di cuore.

ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO

UNO SGUARDO DI SFUGGITA
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: « Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca ». Simone rispose: « Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola get­terò le reti» (Lc 5,4-5).
Sapevo di Gesù, Andrea mi aveva già portato da lui. Tra gli amici si parlava spesso del Messia che doveva venire, speravamo che liberasse Israele, una buona volta. Mi disse parole misteriose quel primo giorno, che mi turbarono: « Sarai chiamato Cefa » (Gv 1,42). Le parole che diceva scendevano profonde, si incidevano nell'anima e tornavano alla mente spesso, soprattutto durante le lunghe notti di pesca. E poi quelle guarigioni, anche la suocera mi guarì, con un semplice prenderla per mano.
Quella notte, come a volte capitava, non avevamo preso nulla. Più di altre volte quel fatto mi aveva fatto arrabbiare. Ero andato alla pesca con molte aspettative. Lo stare vicino al Maestro, in quei primi giorni della sua predicazione mi aveva fatto entrare in un clima un po' speciale. Era come se tutto dovesse andarmi bene nel futuro, una garanzia di successo, così ero andato alla pesca: andrà tutto bene stanotte. Avevo anche pregato: Signore, donaci abbondanti frutti del mare, benedici il nostro lavoro! Invece nul­la. Ero incupito e scontroso, al mattino. Silenzioso.

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