Non può vivere bene chi non è in pace con il suo corpo.

Maria Raffaella Dalla Valle
IL DIARIO

giovedì 23 giugno 2016

Il gioco dell'amore: La forza della tenerezza - Robert Cheaib

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Elena Prosperi - Work in Progress - Sacred School of Art- Fi
Da qualche settimana sto seguendo Robert Cheaib - Briciole di Teologia  e per il momento mi trovo in grande sintonia con lui.
Forse lui ha scoperto queste cose partendo dallo studio, ed io le ho scoperte con la mia attività sulle persone arrivando poi allo studio. Da anni, quando le persone mi chiedono cosa imparo con il mio lavoro, rispondo al modo di Giovanni Paolo II: io guardandole a muoversi con lentezza in abbandono IMPARO LE PERSONE.

Dopo più di trenta anni toccando, o  meglio "danzando con le persone" come diceva Moshe Feldenkrais, ed osservando la loro crescita in consapevolezza corporea; di tempo impiegato a studiare le condivisioni di famosi divulgatori della teologia del corpo, che in effetti insegnano che perché le persone imparino a lasciarsi andare, fidarsi, guarire, è necessario un percorso lento, nel quale non si può arrivare subito al casquet, ma come insegnanti è necessario assecondare la persona, in modo che impari a lasciarsi andare e poi, impari lei, a sua volta ad assecondare l'altro e quindi ad arrivare al casquet.

Robert Cheaib

si renderà conto che il tatto, come dicono molti addetti ai lavori, Papa Francesco incluso, è fondamentale nella vita delle persone, che esiste una narrativa del corpo e del movimento, che pure la postura manifesta la persona, che un lavoro di consapevolezza corporea aiuta a fare il primo passo per guarire dal volontarismo ed avvicinarsi all'abbandono, e non solo al volontarismo di un certo Cristianesimo deformato, ma anche da quello di determinate religioni che pensano di raggiungere un qualcosa, un'armonia interiore solo con le proprie forze...
Non scrivo esempi per rispetto verso i miei allievi, ma quante volte durante le mie lezioni, mentre sono toccati con grande rispetto, dolcezza, senza violenza, ascoltando e rispettando le loro tensioni, all'improvviso succede qualcosa: "si scongelano", piangono, singhiozzano, parlano, ridono... i loro traumi, le loro sofferenze, le loro gioie, le loro abitudini, nel bene e nel male si scrivono e man mano congelano o liberano il corpo...
Penso inoltre che sia arrivato il momento, come diceva più di trenta anni fa Giovanni Paolo II, di non avere una idea astratta di quello che scriveva sul no alla gradualità della legge e sul sì alla legge di gradualità. Papa Francesco lo sta spiegando, ed io penso sia necessario un "cambio di paradigma" vissuto. Noi non funzioniamo secondo una legge del tutto o nulla nel campo della sessualità, nemmeno gli uomini, anche se è più comodo pensarlo in un ambiente maschilista e non di femminismo cristiano.
Dipende tutto da molte variabili: educazione, malattie, come reagisce ciascun sistema nervoso e ciascun sistema nervoso nei diversi momenti...
La nuova ascetica, che io preferisco chiamare "lavoro su di sé", è quella che include il corpo, che lo rispetta nei suoi tempi e ritmi, che porta ad un autodominio, non ad un autocontrollo, per cui non ci si pone la domanda: posso o non posso? ma: ti amo con tenerezza? Mi rendo conto che c'è un cammino di tenerezza, di ascolto? Che l'amore verso l'altro è ascolto del suo corpo, dei suoi linguaggi corporei, della sua creatività? 

La donazione dei coniugi è una vera vita mistica e  attraverso l'estasi nel dono di sè, mi aupossiedo ancora di più, rimango alteris incomunicabilis e nello stesso tempo conosco di più me e l'altro ed amo di più me e l'altro attraverso un circolo virtuoso trascinato dall'Amore Trinitario.
Basti anche pensare che la pornografia, per esempio, al di là di un discorso etico che a qualcuno può anche interessare ben poco,  impoverisce l'immagine corporea...

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