Non può vivere bene chi non è in pace con il suo corpo.

Maria Raffaella Dalla Valle
IL DIARIO

venerdì 3 febbraio 2017

La narrativa del movimento di Maria Raffaella Dalla Valle (ita)
















«La maggior parte delle persone attive e soddisfatte vive dietro la maschera che permette loro di soffocare, con maggior o minor dolore, qualsiasi vuoto essi avvertono dentro di sé, quando si fermano e ascoltano il loro cuore».

- Moshe Feldenkrais 

Nel metodo Feldenkrais possiamo dire che c'è una "narrativa del movimento", frutto della storia corporea della persona. In questo senso sono da leggere le abitudini corporee, i traumi, l'attività motoria esercitata nel passato, l'influenza emotiva... 


Feldenkrais cerca di aiutarci a vivere un'unità nel movimento. 

Le frasi sulla maschera hanno collegamento con la biografia drammatica narrativa che oggi comincia a prendere piede nel campo della salute e dell’etica.

Per ognuno di noi, infatti, è stata creata una maschera particolare per quella che è la nostra “parte” nella vita. La maschera è la persona stessa quando arriva a conoscere sé stessa in modo adeguato. Non è possibile separare l’attore e la maschera perché chi compie l’atto diventa ciò che ha compiuto.

Nel conoscersi attraverso il movimento si ha un’immagine di sé prima del processo e il traguardo sarà la conoscenza di ciò che veramente si è almeno in un certo aspetto della propria esistenza.

Feldenkrais come tante altre persone geniali propone l’unità, l’holos, unità corpo-anima e unità di vita tra passato, presente e futuro. Ci vuole aiutare a vivere il momento presente con amore, anche dal punto di vista corporeo; ci vuole insegnare a essere attori-autori della nostra vita, tenendo conto che la realtà è morbida all’intenzionalità perché siamo noi a determinare quello che facciamo. 

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