Non può vivere bene chi non è in pace con il suo corpo.

Maria Raffaella Dalla Valle
IL DIARIO

sabato 22 aprile 2017

La via della felicità: discernere il volto di Cristo ed il ruolo del discorso della montagna (ita)

La nostra corporeità, la nostra incarnazione, quindi tutta la nostra persona, per i cristiani, fiorisce grazie alla forza interiore della nuova legge.

Sotto alcuni brani da:
Servais Pinckaers, La via della felicità - alla riscoperta del discorso della montagna

La Legge nuova non è una legge esterna, scritta in un libro, ma una legge interiore, iscritta nei cuori. 

«L’elemento principale della nuova Legge è la grazia dello Spirito Santo che si manifesta mediante la fede operante nella carità. Ora, gli uomini ottengono questa grazia dal Figlio di Dio fatto uomo, la cui umanità codesta grazia dovette riempire, prima di riversarsi su di noi».  (S. th. I-II, q. 108, a. 1).

La vita cristiana verrà chiamata da san Paolo una vita secondo lo Spirito. Essa sarà regolata da una morale di fede e di fiducia nella potenza della grazia, che opera mediante la carità per formare dentro di noi «l’uomo nuovo» o «l’uomo interiore». 

Il ruolo del Discorso della montagna

Lo Spirito Santo non vuole agire in noi senza di noi, senza la nostra fede che apre alla carità la porta del nostro cuore. A noi, che abbiamo naturalmente bisogno di parole e di idee per ricevere luce e orientamento, il Discorso della montagna espone la dottrina pratica necessaria per insegnarci le vie dello Spirito Santo e per conformarci alle sue ispirazioni.

Ma non si deve separare il Discorso dall’azione interiore dello Spirito Santo, poiché esso è stato redatto sotto la sua ispirazione. È paragonabile a un corpo che lo Spirito di Cristo anima, che egli ha formato per darsi il mezzo di parlarci come si parla a uomini, come un amico conversa con l’amico. 

Discernere il volto di Cristo

Un’altra prospettiva ci viene indicata dalla considerazione che ogni oratore rivela sé stesso nel proprio insegnamento. Ciò vale in particolar modo per colui che «ha la preoccupazione di osservare per primo le cose che insegna» (cfr Mt 5,19). Così il Discorso (della montagna) ci manifesta discretamente quali sono i sentimenti, l’anima, il volto spirituale di Cristo. Possiamo dunque riferire le parole del Discorso a Cristo stesso e ricercare come egli le ha messe in pratica nella sua vita, quali sentimenti del suo cuore esse rivelano. Il Discorso della montagna è il più fedele ritratto di Gesù che possiamo avere e, quindi, il modello di vita più perfetto che ci venga proposto.

Inoltre, se è vero che il Discorso ci svela le intenzioni dello Spirito Santo su di noi, vi potremo distinguere i tratti della vita e del volto di Gesù che lo Spirito vuol riprodurre in noi, allo scopo di plasmarci e di conformarci a immagine e somiglianza del Figlio di Dio. Il Discorso deve dunque essere interpretato in connessione con il resto del Vangelo, che ci parla di Cristo e del mistero di Dio rivelato in lui.

Il Discorso è un libro di vita che non segue una logica lineare.

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