Non può vivere bene chi non è in pace con il suo corpo.

Maria Raffaella Dalla Valle
IL DIARIO

domenica 28 maggio 2017

Antonio Malo, Soggettività, riflessività e paradigma relazionale (Ita)


Forse uno dei termini più usati oggi nei mass-media, nelle opere letterarie e scientifiche è quello di “crisi”. Essa sembra imperversare in tutti gli ambienti della vita personale, familiare e sociale: dall’etica fino alla politica, dall’economia alla cultura e alla religione. Anche se il significato di questo termine non è necessariamente negativo poiché la crisi può anche volgersi verso un miglioramento delle condizioni attuali, in essa c’è sempre il pericolo di un aggravarsi della situazione.
Uno degli argomenti del dibattito attuale gira attorno alla causa o alle cause della crisi, perché si pensa che una volta conosciuta l’origine, sia possibile trovare il rimedio. Infatti, come accade in ogni malattia la crisi che stiamo attraversando è stata originata da una serie di cause di cui non siamo ancora pienamente consapevoli. La postmodernità considera che la causa del male sia il soggetto moderno, specialmente nel suo tentativo di presentarsi con un’identità fissa, indipendente da ogni situazione, tempo e cultura. Anche se la diagnosi della postmodernità mette in rilievo una causa importante della crisi attuale, ciò che si potrebbe chiamare il razionalismo e il volontarismo moderno, mi sembra che essa non sia la sola causa e, inoltre, che il modo in cui la postmodernità vuole correggere il soggettivismo cada nello stesso errore denunciato: pensare che il soggetto moderno sia l’unica interpretazione possibile della soggettività.
Perciò, anche se le cause o, meglio, concause della crisi sono molte, forse il loro nocciolo dipende dal modo sbagliato di capire la soggettività, o meglio ancora la relazione che ognuno di noi ha con la realtà attraverso la coscienza, in quanto essa è ciò che ci permette d’entrare nel triangolo del reale, i cui tre lati sono: la persona, il mondo e gli altri. In definitiva, la soluzione del problema consiste nel considerare il soggetto non come una monade, ma piuttosto come un essere che è essenzialmente in relazionale, il che dipende in grande misura dalla coscienza.

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Antonio Malo, 
Soggettività, riflessività e paradigma relazionale


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