Non può vivere bene chi non è in pace con il suo corpo.

Maria Raffaella Dalla Valle
IL DIARIO

domenica 24 dicembre 2017

Cinque storie nordiche 3 - L’Ortodossia in Finlandia (ita/Es)

Il vescovo Arseni, di Joensuu


Diversamente a quanto succede in Svezia e in altri paesi scandinavi, l’Ortodossia ha una presenza importante in Finlandia. Non pretenderò di sintetizzarne lo sviluppo storico, ma soltanto di accennare al fatto che, nel secolo scorso, ebbe luogo un cambio importante: nel 1923 finì la dipendenza da parte della Chiesa ortodossa russa, e da allora gli ortodossi finlandesi dipendono da un’archidiocesi ortodossa autonoma del Patriarcato di Costantinopoli.
Come ho fatto con il vescovo cattolico di Stoccolma, ho chiesto al vescovo Arseni de Joensuu che mi parlasse della sua vita e mi descrivesse la situazione dell’Ortodossia in Finlandia.


A dodici anni ho visitato il monastero ortodosso di Valamo e ho trovato ammirevole la vita dei monaci. È stato un soggiorno breve che mi colpì profondamente. Al ritorno ho cominciato a leggere la storia del monastero, che è molto importante per l’Ortodossia in questa parte del mondo.

Quella visita a Valamo e il mio incontro nel 1970 con Ina Colliander, una grande artista che aveva ricevuto nel 1959 la medaglia Pro-Finlandia (la massima onoreficenza ufficiale che si concede agli artisti finlandesi), ebbero una grande influenza sulla mia esistenza. Ina viveva a Helsinki e abbiamo cominciato a scriverci lunghe lettere in cui toccavamo soprattutto argomenti legati all’arte e alla religione. Grazie a lei ho deciso di incorporarmi nel 1978 alla Chiesa ortodossa.

La nostra amicizia si è sviluppata fondamentalmente per lettera: poche volte abbiamo potuto parlare di persona. La sua lingua era il tedesco e scriveva un finlandese pieno di errori che mi divertivano molto. Le ho chiesto di essere la mia madrina di battesimo, ma la distanza fra Helsinki e Carelia, per la mancanza di comunicazioni, allora era considerevole, e alla fine i miei padrini sono stati Avi e Martta, che mi sostennero, durante quei primi anni, sia spiritualmente che materialmente. Lo dico perché, oltre a darmi buoni consigli, Martta era una stupenda cuoca.

Quando ho finito il servizio militare, sono entrato nel seminario ortodosso di Kuopio, dove ho studiato dal 1979 al 1983. Dopo, su richiesta del mio vescovo Alexi, ho continuato i miei studi per sei anni a Leningrado. Lì ho vissuto con giovani provenienti da più di cento paesi. Sono stato consacrato monaco nel 1985.

Tu sai che nell'Ortodossia, quando diventiamo monaci, cambiamo nome. “Che nome hai intenzioni di scegliere?”, mi chiese l’archimandrita Manuel. “Uno che ai finlandesi non sia difficile da pronunciare”, risposi, e mi propose Arseni, in onore di sant’Arseni di Konevitsa, un monaco del XV secolo che visse nel monastero di Valamo e sul monte Athos.

Un anno dopo, il vescovo Paavali mi ordinò sacerdote durante la Liturgia Pasquale, e nel 1989 sono tornato a Valamo, dove sono stato nominato amministratore del monastero. Lì ho potuto pregare, scrivere e dipingere.

Prima di prendere i pennelli e mentre dipingo, cerco di digiunare e di pregare, seguendo la nostra tradizione, perché noi riteniamo l’icona una finestra aperta al Cielo: le immagini elevano la nostra anima verso le realtà divine. Le forme dell’icona non cambiano con il passare dei secoli, come neanche il messaggio che trasmettono, che è sempre lo stesso: le verità della fede. Ci possono essere soltanto lievi variazioni nello stile.

Nel 1996 l’arcivescovo Johannes mi propose di andare a studiare in Grecia. Pensai a sant’Arseni, che aveva vissuto anch’egli lì, ma alla fine non andai al Monte Athos come lui, bensì ad Atene, dove dopo aver studiato intensamente la lingua greca, scrissi un dizionario del lessico ortodosso. Durante quel tempo mi sono occupato della basilica di san Pantaleo di Acharnai, uno dei templi più grandi e belli di Atene e di tutta la Grecia. I miei due lunghi soggiorni all’estero – Russia e Grecia – mi hanno consentito di ampliare i miei orizzonti e familiarizzare con la realtà dell’Ortodossia in quei paesi. Nell’anno 2005 sono stato nominato vescovo di Joensuu.

Attualmente ci sono 60.000 ortodossi finlandesi. Abbiamo tre diocesi – Carelia, Helsinki e Oulu – e due grandi monasteri, Valamo e Lintula, dove si recano numerosi fedeli per pregare, partecipare alla Divina Liturgia e ricevere orientamento spirituale. È molto importante fornire un’attenzione individualizzata in un’epoca così massificata come la nostra, perché ogni persona è diversa e deve essere curata spiritualmente nella sua singolarità: è una delle mie grandi preoccupazioni come vescovo.

Un’altra preoccupazione è la formazione dei fedeli, affinché conoscano la Sacra Scrittura e possano vivere il messaggio di Cristo nella loro vita quotidiana, con verità e carità. Dobbiamo seguire le orme di san Paolo e trasmettere il messaggio di Cristo per tutta la terra, con l’amore acceso con cui l’Apostolo si rivolgeva agli ateniesi della sua epoca. Lui, come noi, trovò un mondo pagano e una società in decadenza; ma quello, anziché scoraggiarlo, fece crescere la sua fede.

Cinque storie nordiche 1 - Lapponia Finlandese: Io, il generale Mannerheim (Ita/Es)

Cinque storie nordiche 2: Il sole lungamente atteso - Anders Arborelius (Ita/Es)










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