Ringrazio ARES Edizioni per avermi dato il permesso di pubblicarlo.
Intervista a Massimo Bettetini, curatore del libro.
Leggi il documento:
Giambattista Torellò, Psicologia del dono di sé
«Quando tutto è in movimento, nulla in apparenza si muove,
come quando si è su un battello. Quando tutti si cammina ugualmente verso un
abisso, nessuno si direbbe che ci va. Chi si arresta si accorge della marcia
degli altri, come un punto fermo. Vogliamo un punto fermo».
In questo movimento universale dell'esistenza, c'è un solo
punto fermo, cioè il rapporto che fonda l'uomo stesso, che lo
fa esistere, il rapporto col Creatore, la sua condizione di
creatura: la sua creaturalità.
Ma già le parole ci parlano: non creatus, ma creatura, e
questa terminazione in -ura sta ad
indicare qualcosa in perenne divenire, non cristallizzata, ma in fieri, temporale, storica,
essenzialmente in cammino e incompiuta. Siamo un lavoro, un «opus divinum, campato tra due abissi: l'infinito
e il nulla. 'Tutta quanta la creazione sospira insieme e soffre le doglie del
parto... e anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, anche noi
sospiriamo
Ecco in quale ansia siamo costituiti, esistenti in corpo e
anima su un valico che non può non darci le vertigini.
E creatura,
diciamo, non creaturus, al femminile
per indicare l'attività passiva, la libera ricettività, l'accoglienza vitale
che è il nodo della nostra esistenza. Siamo, nella indigenza, ricchi in quanto
pura apertura all'Essere. L'Essere di Dio, non vincolato a niente, poiché
niente fuori di Lui è autosufficiente ed esaustivo, può agire soltanto donando, anzi soltanto quale Donatore
liberissimo di sé Stesso. Dono di Amore e per Amore — Amore di Dio alla sua
immagine: la creatura.
Creatura quindi che proviene dal dono: Dio fa il dono di me
a me (ed è la mia liberta), e dono continuativo (cioè creazione incessante
della mia corporalità e della mia libertà), e dono assolutamente gratuito (dal
nulla, da un Dio non necessitato).
Proveniente dal Dono, l'uomo
stesso è un dono, si esplica nel dono, si compie nel dono di sé stesso...
poiché altrimenti chiuso su di sé, staccato dalla sorgente del suo esistere,
soffoca, si annulla. L'uomo è un essere aperto a Dio, poiché «essendo la
creazione una partecipazione (dell'essere di Dio), tramite
essa io sono coniato quale un essere al quale appartiene il poter parteciparsi,
il poter regalare sé stesso».
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