Non può vivere bene chi non è in pace con il suo corpo.

Maria Raffaella Dalla Valle
IL DIARIO

martedì 13 febbraio 2018

Giambattista Torellò, Psicologia del dono di sé (Ita)

Impazziti di luce di Giambattista Torellò contiene questo meraviglioso testo che conservo da più di trenta anni.

Ringrazio ARES Edizioni per avermi dato il permesso di pubblicarlo.

Intervista a Massimo Bettetini, curatore del libro.


Leggi il documento:
Giambattista Torellò, Psicologia del dono di sé



«Quando tutto è in movimento, nulla in apparenza si muove, come quando si è su un battello. Quando tutti si cammina ugualmente verso un abisso, nessuno si direbbe che ci va. Chi si arresta si accorge della marcia degli altri, come un punto fermo. Vogliamo un punto fermo».
In questo movimento universale dell'esistenza, c'è un solo punto fermo, cioè il rapporto che fonda l'uomo stesso, che lo
fa esistere, il rapporto col Creatore, la sua condizione di creatura: la sua creaturalità.
Ma già le parole ci parlano: non creatus, ma creatura, e questa terminazione in -ura sta ad indicare qualcosa in perenne divenire, non cristallizzata, ma in fieri, temporale, storica, essenzialmente in cammino e incompiuta. Siamo un lavoro, un «opus divinum, campato tra due abissi: l'infinito e il nulla. 'Tutta quanta la creazione sospira insieme e soffre le doglie del parto... e anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, anche noi sospiriamo
in noi stessi, aspettando l'adozione, il riscatto del nostro corpo!

Ecco in quale ansia siamo costituiti, esistenti in corpo e anima su un valico che non può non darci le vertigini.
E creatura, diciamo, non creaturus, al femminile per indicare l'attività passiva, la libera ricettività, l'accoglienza vitale che è il nodo della nostra esistenza. Siamo, nella indigenza, ricchi in quanto pura apertura all'Essere. L'Essere di Dio, non vincolato a niente, poiché niente fuori di Lui è autosufficiente ed esaustivo, può agire soltanto donando, anzi soltanto quale Donatore liberissimo di sé Stesso. Dono di Amore e per Amore — Amore di Dio alla sua immagine: la creatura.
Creatura quindi che proviene dal dono: Dio fa il dono di me a me (ed è la mia liberta), e dono continuativo (cioè creazione incessante della mia corporalità e della mia libertà), e dono assolutamente gratuito (dal nulla, da un Dio non necessitato).
Proveniente dal Dono, l'uomo stesso è un dono, si esplica nel dono, si compie nel dono di sé stesso... poiché altrimenti chiuso su di sé, staccato dalla sorgente del suo esistere, soffoca, si annulla. L'uomo è un essere aperto a Dio, poiché «essendo la

creazione una partecipazione (dell'essere di Dio), tramite essa io sono coniato quale un essere al quale appartiene il poter parteciparsi, il poter regalare sé stesso».

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