Dio stesso ha creato la sessualità, che è un regalo
meraviglioso per le sue creature. Quando la si coltiva e si evita che manchi di
controllo, è per impedire che si verifichi «l’impoverimento di un valore autentico».
San Giovanni Paolo II ha respinto l’idea che l’insegnamento della Chiesa porti
a «una negazione del valore del sesso umano» o che semplicemente lo tolleri
«per la necessità stessa della procreazione». Il bisogno sessuale degli sposi
non è oggetto di disprezzo e «non si tratta in alcun modo di mettere in
questione quel bisogno». A coloro che temono che con l’educazione delle
passioni e della sessualità si pregiudichi la spontaneità dell’amore sessuato,
san Giovanni Paolo II rispondeva che l’essere umano è «chiamato alla piena e
matura spontaneità dei rapporti», che «è il graduale frutto del discernimento
degli impulsi del proprio cuore». È qualcosa che si conquista, dal momento che
ogni essere umano «deve con perseveranza e coerenza imparare che cosa è il
significato del corpo». La sessualità non è una risorsa per gratificare o
intrattenere, dal momento che è un linguaggio interpersonale dove l’altro è
preso sul serio, con il suo sacro e inviolabile valore. In tal modo «il
cuore umano diviene partecipe, per così dire, di un’altra spontaneità». In
questo contesto, l’erotismo appare come manifestazione specificamente umana
della sessualità. In esso si può ritrovare «il significato sponsale del corpo e
l’autentica dignità del dono». Nelle sue catechesi sulla teologia del corpo
umano, san Giovanni Paolo II ha insegnato che la corporeità sessuata «è non
soltanto sorgente di fecondità e di procreazione», ma possiede «la capacità di
esprimere l’amore: quell’amore appunto nel quale l’uomo-persona diventa dono».
L’erotismo più sano, sebbene sia unito a una ricerca di piacere, presuppone lo
stupore, e perciò può umanizzare gli impulsi. Pertanto, in nessun modo possiamo
intendere la dimensione erotica dell’amore come un male permesso o come un peso
da sopportare per il bene della famiglia, bensì come dono di Dio che abbellisce
l’incontro tra gli sposi. Trattandosi di una passione sublimata dall’amore che
ammira la dignità dell’altro, diventa una «piena e limpidissima affermazione
d’amore» che ci mostra di quali meraviglie è capace il cuore umano, e così per
un momento «si percepisce che l’esistenza umana è stata un successo».
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