Non può vivere bene chi non è in pace con il suo corpo.

Maria Raffaella Dalla Valle
IL DIARIO

giovedì 8 novembre 2018

Antonio e Luisa De Rosa, L'ecologia dell'amore (Ita)


 L’ecologia dell’amore è un libro molto semplice ma che racchiude un tesoro grande. Racchiude la bellezza, la bellezza di una relazione piena, di un matrimonio vissuto alla luce di Dio, ma non nell'etereo e nell'astratto. Attraverso il corpo e tutte le sue doti di tenerezza e dolcezza possiamo fare esperienza dell'amore di Dio. È un libro che nasce dall'Intercomunione delle famiglie, e che offre tanti contributi, dalla psicologia alla sessuologia, per sostenersi a vicenda nella crescita spirituale di coppia. Un viaggio meraviglioso alla scoperta delle verità naturali e soprannaturali della relazione sponsale.

Un titolo particolare. Sicuramente attuale. L’ecologia è un tema caldo. Tutto il mondo si interroga sul modo di preservare e custodire il nostro pianeta. Gas serra, disboscamento, clima, rifiuti, energia e inquinamento, sono una preoccupazione costante di chi ci governa. Tutti pian piano ci stiamo educando ad uno stile di vita sostenibile ed ecologico. Questo libro parla di ecologia. Un’ecologia poco affrontata. La società tanto è solerte ad educare sul rispetto dell’ambiente quanto poco attenta alla cura della natura dell’uomo. Perché in fondo si crede che l’uomo non abbia una natura costitutiva, ma che sia fluido e capace di crearsene una da solo. Si crede che l’uomo sia autoreferenziale. Invece gli autori affermano con forza che esiste anche una ecologia dell’uomo. Un’ecologia che l’uomo deve rispettare se vuole essere felice.  Si perché anche l’uomo ha una sua verità e identità da custodire. Anche l’uomo è parte del creato ed ha una sua natura che lo costituisce nel profondo. Non lo nego. Questo è un libro scritto da chi crede in una trascendenza e, più precisamente, crede in Gesù e nella Sua Chiesa. Questo non impedisce agli autori di parlare a tutti. Gli autori non basano la loro idea di amore sulla Parola rivelata, sulla Bibbia e sul magistero della Chiesa Cattolica. Sono consapevoli che questa base di partenza non sarebbe condivisa dai più. Partono, quindi, da una base universale. Parlano al cuore dell’uomo. Cercano di provocare il lettore a riconoscere in fondo al proprio cuore una nostalgia atavica. Un desiderio insopprimibile di vivere una relazione autentica, piena e che coinvolga tutta la persona in anima (coscienza, mente, spirito, chiamatela come meglio credete) e corpo. Il corpo diventa mezzo e strumento per esprimere l’amore che nasce nel nostro profondo. Lo diventa nell’intimità fisica. L’essere una sola carne esprime nel corpo il desiderio profondo di unità dei cuori dei due sposi. La tenerezza diventa linguaggio che permette di crescere nell’amore e nella capacità di donarsi l’un l’altra. Un libro che parla a tutti senza falsi moralismi. Si affrontano temi molto pratici del rapporto fisico. Si parla apertamente di dimensioni dei genitali, di rapporto orale, delle differenze enormi che ci sono nel vivere il rapporto tra un uomo e una donna. Gli autori conducono i lettori in un viaggio straordinario di bellezza e meraviglia. Si perché il matrimonio se curato ogni giorno, se riempito di gesti di tenerezza e di cura dell’uno verso l’altra e, se perfezionato in tutte le sue manifestazioni del corpo, prima fra tutte l’amplesso, non teme di invecchiare e morire. Voglio concludere con le parole degli stessi autori, che potete leggere all’interno del libro. Parole che esprimono benissimo le loro intenzioni ed il contenuto del testo da loro scritto:
È importante che il nostro amore cresca e che sia vissuto in un contesto di corte continua. L’ho già accennata e la riprenderemo. Corte significa collocare l’intimità sessuale in uno stile di vita fondato sull’amore reciproco visibilmente manifestato. Continui gesti di tenerezza, di servizio, e di cura l’uno per l’altra durante tutto l’arco della giornata. Basta poco, una carezza, una parola dolce, uno sguardo, una telefonata e cose così. In passato non lo praticavo con costanza e la mia sposa ne soffriva. Si capiva però benissimo quando c’era in programma, da parte mia, il desiderio di riattualizzare il sacramento; bastava osservare il mio comportamento. Diventavo servizievole e tenero. Questo la faceva sentire usata. I miei, infatti, non erano gesti sinceri, ma finalizzati ad ottenere la mia soddisfazione. Ho dovuto impegnarmi ed educarmi per migliorare questa mia insensibilità. Togliamoci allora quell’idea del mondo che ci fa credere che l’intimità sessuale sia bella all’inizio del rapporto e poi diventa qualcosa di sterile e di abitudinario. Non è così. La bellezza dell’intimità è data dalla qualità della nostra unione e più saremo uniti più sarà fonte di gioia. La novità non è data dal gesto, ma dall’amore che lo caratterizza e che gli dona significato e potenza.   






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