Quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, valorizzano
la crepa riempiendo la spaccatura con dell’oro, donandogli un aspetto nuovo
attraverso le preziose cicatrici.
Ogni pezzo riparato di conseguenza è unico
e irripetibile proprio grazie alle sue “ferite” e alle irregolarità
delle decorazioni che si formano.
L’oggetto quindi diventa ancora più pregiato grazie alle sue
cicatrici, perché loro credono che quando qualcosa ha subito una ferita ed ha
una storia, diventa più bello,
ancora più prezioso sia esteticamente che interiormente. Questa tecnica è
chiamata “Kintsugi” cioè riparare
con l’oro. L’oggetto quindi non viene buttato e rimpiazzato con uno integro, le
crepe non vengono cancellate o nascoste, ma evidenziate, per renderle ancora
più preziose.
Nella nostra cultura invece si tende a nascondere, a
occultare le rotture invece di esaltarne la nuova forma. Ciò che è rotto perde
il suo valore.
Se pensiamo che questo
possa valere anche nella vita di ogni persona, questa tecnica acquista ancora
più rilevanza.
La storia di ogni individuo ha un valore unico e
ineguagliabile, anche se vi possono essere momenti di rottura. Ma se ogni ferita viene
vissuta solo con un’accezione negativa, ne derivano inevitabilmente sentimenti
di dolore, vergogna e senso di
colpa, diventa un segno indelebile che svalorizza ciò che si ha o si
vuole diventare.
L’espressione del
dolore
Il dolore difficilmente trova una sua espressione, spesso
viene taciuto o rimosso, ma pensare di riuscire a dargli un valore diventa
addirittura improbabile. Eppure da ogni situazione di difficoltà si può
riuscire a trarre un insegnamento o una crescita. In ogni caso che lo si voglia
ammettere o no, ciò che lascia un segno nella vita diventa una caratteristica
personale, si deve solo scegliere se valorizzarla e renderla piacevole o
continuare a vederla negativamente e quindi a nasconderla.
Traumi e dolori creano cicatrici invisibili che rischiano di bloccare la propria crescita personale, piccole
o grandi ferite che se non curate adeguatamente si acutizzano per cui si tende
a non mostrarle per paura o vergogna.
Di fatto si nasconde anche una parte importante di sé, non
ci si mostra più per ciò che si è, in questo modo non solo ci si nega la
possibilità di porre attenzione alle proprie caratteristiche, ai propri
bisogni, ma ci si ferma a vedere solo i limiti delle situazioni, lasciando
andare nuove possibilità e risorse.
Ognuno ha una sua storia, peculiarità che gli appartengono,
negare gli avvenimenti del passato o provare vergogna e sensi di colpa per ciò che si
sarebbe voluto vivere o affrontare diversamente non aiuta a integrare tutti gli
aspetti di sé. Si rischia di vivere
frammentati, di non porre l’adeguata attenzione al presente, a ciò che si
sta vivendo.
La psicoterapia
spesso segue la tecnica del Kintsugi aiutando le persone a cui si è
formata una crepa nella vita, bloccate in una crisi personale in cui riescono a vedere solo i frammenti di sé,
a ricomporsi nuovamente, arricchendosi, per diventare ancora più preziose, più
forti di prima e con risorse che
prima non venivano notate.
Eventi traumatici
possono accrescere il proprio valore
È il fondamento della resilienza, eventi traumatici possono accrescere il proprio valore, invece di
nascondere le proprie fragilità si può imparare a valorizzarle. È
indispensabile imparare a riorganizzarsi positivamente quando ci si trova ad
affrontare difficoltà.
Se si continua a
nascondere la sofferenza senza tollerarla ci si nega l’opportunità di crescere
e di scoprirsi. Grazie alla crisi invece ci si può
reinventare e trovare energie creative per ricostruire la propria
esistenza. Le cicatrici restano, ma
possono diventare perle uniche.
“Una perla si forma
quando un corpo estraneo, come parassiti o pezzi di conchiglie, entra
nell’ostrica. Per difendersi e curarsi il mollusco inizia a rilasciare strati
successivi di madreperla che rivestono il corpo estraneo fino a diventare nel
tempo una splendida perla, unica e irripetibile.”
Ciò che potrebbe essere un danno irrimediabile o incompatibile con le proprie scelte, può
essere trasformato in un dono.
Anche dal dolore e dai momenti negativi possono nascere risorse e crearsi
nuove opportunità per
vivere una vita ancora più preziosa.
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