Non può vivere bene chi non è in pace con il suo corpo.

Maria Raffaella Dalla Valle
IL DIARIO

lunedì 25 novembre 2019

L’importanza del corsivo: collegamento tra mano e cervello (ita)



Ad ogni tipo di scrittura (stampatello e corsivo) sono associati schemi cerebrali differenti e diversi stati emotivi.
In particolare la scrittura in corsivo attiva le reti della lettura e della scrittura.
Gli studi portati avanti dalle neuroscienze dimostrano come il progressivo oblio della scrittura manuale ha delle conseguenze sul funzionamento del cervello umano. La penna, anche per il suo non poter essere cancellata, costringe il cervello ad operare scelte veloci dei vocaboli da utilizzare; allo stesso tempo è necessario prestare massima attenzione a scrivere bene tutte le lettere, a seguire le regole grammaticali, ecc.. 
Scrivere in corsivo, a differenza dello stampatello, obbliga a non staccare la mano dal foglio. Uno sforzo che stimola il pensiero logico-lineare, quello che permette di associare le idee in modo lineare.
I giovani con maggiori abilità nello scrivere in corsivo hanno una migliore capacità deconcettualizzare gli argomenti e di problem solving.
Usare la tastiera attiva solo la parte sinistra del cervello.
Con carta e penna, invece, si attivano l’emisfero sinistro, la zona frontale inferiore e la corteccia parietale posteriore, cioè le aree che sovrintendono la coordinazione occhio-mano, la motricità fine.
Secondo alcuni studi la mancanza dell’uso del corsivo può avere effetti negativi sullo sviluppo del cervello. 
In una ricerca dell’Università dell’Indiana, condotta dalla psicologa Karin Harman James, è risultato che la scrittura manuale è in grado di attivare importanti processi cognitivi. “I bambini capaci di scrivere a mano, hanno fatto registrare un’attività neuronale molto più sviluppata rispetto all’altro gruppo testato, comprovando l’importanza della produzione manuale di segni bidimensionali”.
Un altro risultato importante a favore del corsivo viene dallo studio di Virginia Berninger dell’Università di Washington: “In termini di costruzione del pensiero e delle idee,  c’è un rapporto importante tra cervello e mano. La scrittura manuale legata accende massicciamente aree del cervello coinvolte anche nell’attività del pensiero, del linguaggio, e della memoria” dice l’esperta.
Secondo Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva, la perdita del corsivo potrebbe essere alla base di molti disturbi dell’apprendimento. “Scrivere in corsivo vuol dire tradurre il pensiero in parole, scrivere in stampatello vuol dire invece sezionarlo in lettere, spezzettarlo, negare il tempo e il respiro della frase. E il corsivo così come lega le lettere lega i pensieri” dice l’esperto.

Neuropsicomotriciste, psicomotriciste funzionali, applicatrici di metodi, formatrici
Dott.sse  Erika D’Antonio e Francesca Tabellione



Nessun commento:

Posta un commento