Non può vivere bene chi non è in pace con il suo corpo.

Maria Raffaella Dalla Valle
IL DIARIO

giovedì 3 novembre 2016

Alejandro Llano, Il rinnovamento dell'antropologia alla luce del Verbo Incarnato - A fresh understanding. A new way of thinking about man in the light of the Incarnate Word. (Ita/En cartaceo e Audio)











ALEJANDRO LLANO


  • Alcuni credono che il pensiero sia inoffensivo. Dimenticano ciò che diceva l'infelice Leopardi: «Il pensiero mi fa male: un giorno mi ucciderà». Esistono pensieri che, come certi "affetti", uccidono.
  • La presa di coscienza della crisi dell'epoca moderna avviene, in gran parte, per l'evidenza storica che nessuna di quelle aspettative si è realizzata. Si sono compiuti, senz'altro, molteplici "progressi" a cui forse nessuno di noi sarebbe disposto a rinunciare. Ma la vastità degli "effetti perversi" è tale da minacciare per la prima volta la sopravvivenza stessa dell'uomo e la conservazione della vita biologica su questo pianeta.
  • L'ampiezza e la profondità di questa grande delusione non sono casuali: rimandano alle radici filosofiche di una grande varietà di frustrazioni. Il pensiero tipicamente moderno ci si presenta oggi come una finzione intellettuale divenuta impraticabile. Non è fallita questa o quella particolare applicazione, questo o quello sviluppo: è fallito il modello, l'ottica fondamentale del pensiero moderno. Il modello entrato in crisi è, come afferma Alasdair Maclntyre, il paradigma della certezza. 
  • Si impone, dunque, un cambiamento di modello.
  • Come propone Maclntyre, è necessario passare dal paradigma della certezza al paradigma della verità. Secondo il modello che antepone la verità alla certezza, radicale non è l'oggettività, ma la realtà.

La cura
  • La cura (Sorge) è una categoria fondamentale del nuovo modo di pensare, che si innalza al di sopra degli estremi opposti dell'imposizione e dell'indifferenza. 
  • Nell'avere cura non si procede con paternalismo o prepotenza, ma si oscilla fra le urgenti esigenze di fare il bene e l'incertezza su dove sia il bene che possiamo gradualmente superare, solo per avvicinamento e rettifica. Questa cura dinamica ma flessibile viene definita dai classici greci come epiméleia. La epiméleia implica mimesis, che non è imitazione ridondante, ma sequela personale fedele e attiva, l'opposto della corrosività della dialettica negativa. Epiméleia significa unità analogica del diverso. E l'amore l'unica possibilità (non dialettica) di cercare l'unità senza distruggere la diversità e di affermare la differenza senza rompere l'unità. La filosofia e la poesia, fin da Platone, sanno che per la comprensione dell'essere umano non ci può essere fredda ispezione, ma contemplazione amorosa. Quando tale amorosa contemplazione si oscura nell'orizzonte di un'intera generazione, come è il caso della nostra, non si sa più in che cosa consistano l'amicizia, l'educazione e la famiglia. La complementarietà fra femminile e maschile si perde e si trasforma in rapporti di piacere e di potere.  
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