Non può vivere bene chi non è in pace con il suo corpo.

Maria Raffaella Dalla Valle
IL DIARIO

sabato 31 ottobre 2015

Il divino dell’umano e l’umano del divino: Chi è il santo? (Ita -Es - En)


Pubblico alcune meditazioni ed alcuni scritti che propongono la vera e sempre nuova visione della santità. Il vero santo è la persona che nonostante tutto è già felice sulla terra e vive “leggero”, trascinato dall’Amato col quale si identifica  amandolo… alla follia. E in questo modo diventa:

“Colui che ha vissuto fino alle ultime conseguenze la chiamata ad essere pienamente se stesso, secondo la stupenda originalità che il Creatore ha posto in lui”.

Giovanni Paolo II, Angelus 1 novembre 1986

"Cada uno de ellos es una pequeña luz, pero irrepetible. Ha vivido con totalidad la propia llamada a ser plenamente él mismo, según la originalidad maravillosa que el Creador había puesto en él". - GPII,1.XI.86


"He who lived to the last consequences the call to be fully himself, according to the wonderful originality that the Creator has placed in him." - GPII,1.XI.86

"La santità è la misura alta della vita cristiana ordinaria". - GPII, 06.01.2001.


Edith Stein


Prima donna docente universitaria di filosofia, pedagoga, ebrea, atea, convertita a cattolicesimo, carmelitana, morta martire ad Auscwhtiz.


[Egli] guida ciascuno
per la propria strada,
e ciò, che chiamiamo “destino”
è l’opera sua d’artista, dell’artista
divino che si prepara la materia
e la forma per diverse vie:
con lievi tocchi delle dita
ma anche a colpi di scalpello.
Non è materia inerte, quella che Dio lavora.
La sua più grande gioia di Creatore
è che nasce vita sotto la sua mano,
che vita gli sgorga incontro,
quella vita che vi ha posto dentro egli stesso,
e che ora dal di dentro risponde
ai tocchi lievi delle dita,
ai colpi di scalpello.
E’ così che collaboriamo
alla sua opera di artista.

In Giovanna della Croce, Edith Stein, Mimep-docete, Mi 1998, p.170.




Scena finale del film la Settima Stanza storia della vita di Edith Stein.



Papa Francesco, Gaudete et exultate








La vera vita cristiana è aprirsi a Dio e lasciare che Lui operi in noi
* non voi avete scelto me ma io ho scelto voi.
* chi ha iniziato in te l’opera buona, Lui la porterà a compimento.

Meditazioni di don Andrea Mardegan:

Meditazioni di don Mauro Leonardi:

Con San Josemaria Escrivà si potrebbe anche dire che santo è:
“Colui che fa sì che l’identificazione con Gesù sia fondamento della sua personalità”.
In E’ Gesù che passa.


Lasciar operare Dio

Virtù eroica non vuol dire che il santo fa una sorta di “ginnastica” di santità, qualcosa che le persone normali non riescono a fare. Vuol dire, invece, che nella vita di un uomo si rivela la presenza di Dio, cioè si rivela quanto l’uomo da sé e per sé non poteva fare.
Forse in fondo si tratta piuttosto di una questione terminologica, perché l’aggettivo “eroica” è stato interpretato male. Virtù eroica propriamente non significa che uno ha fatto grandi cose da sé, ma che nella sua vita appaiono realtà che non ha fatto lui, perché lui è stato trasparente e disponibile per l’opera di Dio.
O, con altre parole, essere santo è nient’altro che parlare con Dio come un amico parla con l’amico. Questa è la santità. (Positio I, p. 908)
Essere santo non comporta essere superiore agli altri; anzi il santo può essere molto debole, con tanti sbagli nella sua vita. La santità è questo contatto profondo con Dio, il farsi amico di Dio: è lasciare operare l’Altro, l’Unico che può realmente far sì che il mondo sia buono e felice. 

La santità, la pienezza della vita cristiana non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nell’unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. La misura della santità è data dalla statura che Cristo raggiunge in noi, da quanto, con la forza dello Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla sua.

Lasciamoci contagiare dalla santità di Dio: non fare cose straordinarie, ma lasciarlo agire.
Da Tra le righe del Vangelo di Andrea Mardegan Lasciamoci contagiare dalla santità di Dio:

L’udienza di Papa Francesco del 2 ottobre 2013 è stata dedicata all’articolo del Credo: “Credo la chiesa santa”. Il Papa ragiona e medita su come possono stare insieme la santità della Chiesa e il fatto che sia composta da peccatori. e offre risposte con la rivelazione e la tradizione spirituale della Chiesa. Papa Francesco 2 ottobre 2013.  Fra l’altro ricorda che la Chiesa offre a tutti il cammino della santità. La sua riflessione, e il tema che tratta, mi fanno tornare alla mente le pagine fortissime, su questo articolo del credo, che il prof. Joseph Ratzinger scrisse nel suo famoso libro Introduzione al Cristianesimo: consiglio di andare a rileggerle. Da Cardinale ripubblicò quel libro, con un’ampia introduzione, senza cambiarne alcuna parola. L’udienza del Papa mi fa pensare anche ad una felice coincidenza con l’ottantacinquesimo anniversario della nascita dell’Opus Dei, che cadeva proprio il 2 ottobre, festa dei santi Angeli Custodi, che nacque in quel giorno del 1928 nel cuore di san Josemarìa Escrivà, giovane sacerdote a Madrid, che comprese quel giorno che la missione di questa piccola porzione della Chiesa sarebbe stata quella di vivere e diffondere la chiamata di tutti alla santità. Oggi, sei ottobre, che ricorre l’ undicesimo anniversario della canonizzazione di san Josemarìa, rileggendo l’udienza mi sovviene un’altra risonanza: quel 6 ottobre del 2002, apparve sull’edizione speciale dell’Osservatore Romano uno scritto del Card. Ratzinger, che si intitolava proprio Lasciar operare Dio: spiegava che la santità non consisteva nel fare cose speciali, ma nel lasciare operare Dio nella propria vita: così aveva fatto san Josemarìa. Quelle parole e quel messaggio riecheggiano quasi letteralmente nel terzo punto dell’udienza del 2 ottobre: per ben quattro volte il Papa ripete il verbo “lasciare” rivolto a noi rispetto all’azione di Dio: lasciarci amare, lasciarci guidare, lasciarci contagiare, lasciarlo agire. 
Per chi vuole confrontare i due testi ritrova quello del Card. Ratzinger su questo blog con questo link: Lasciar operare Dio OR 6.X. 2002

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